Archivio di gennaio, 2009

Le tisane e la loro lunga storia…

sabato, 10 gennaio 2009

Dopo aver allegramente festeggiato il Natale con simpatiche scorribande alimentari ricorriamo alle salutari tisane…

Se prima di dormire bevessimo una tazza di tisana calmante, addolcita con un pò di miele, probabilmente ci addormenteremmo più facilmente e i nostri sonni sarebbero più tranquilli.

In natura infatti esistono non soltanto droghe benefiche e stimolanti, ma anche sostanze in grado di rilassare e indurre il sonno, droghe che l’uomo ha imparato a conoscere e utilizzare con sapienza. La scoperta delle proprietà benefiche di piante ed erbe va molto indietro nel tempo e tutte le più antiche civiltà annoverano rimedi tratti dal regno vegetale. La medicina indiana conosceva già l’uso del ricino, della cassia o del tamarindo e il più antico trattato di terapia cinese elenca ben 365 droghe vegetali con le loro proprietà. Nel libro biblico dell’Ecclesiaste si legge: “L’Altissimo ha tratto dalla terra i medicamenti e l’uomo prudente non li rifiuta”; la farmacopea ebraica conosceva tantissime piante come il luppolo, l’assenzio, il ginepro, la belladonna e la cicuta. Così i grandi medici dell’antichità, come Imhotep in Egitto e Ippocrate in Grecia, elaborarono dei veri e propri trattati di medicina a base di erbe, e la tradizione erboristica si è arricchita via via nei secoli sia nella civiltà occidentale che in quella araba e orientale. Successivamente furono i monaci dei conventi a custodire i segreti della scienza delle erbe e a tramandarli ai più moderni speziali.

L’avvento della chimica, da un lato, ha portato alla scoperta dei principi attivi, ossia all’isolamento delle sostanze nascoste nelle erbe, responsabili dei vari effetti terapeutici, dall’altro ha provocato una specie di ostracismo nei confronti dell’erboristeria, nonostante la sua tradizione secolare.

Considerati rimedi del passato, quindi non scientifici, infusi e decotti furono messi da parte a favore dei principi attivi o di nuovi composti chimici. Ma con il tempo si è constatato che questi ultimi hanno un’azione parziale, diversa da quella esercitata dal prodotto naturale e quindi vengono rispolverati gli studi sull’erboristeria e viene recuperata un’arte sapiente, oggi confortata anche dalla scienza. Così aumenta l’interesse popolare per tisane & co.

Ormai ce ne sono di tutti i tipi: drenanti, depurative, dimagranti, stimolanti, lassative… Ma se ci piace la buona tavola è inutile pensare a quel tipo di tisane… Impariamo invece a utilizzare soprattutto quelle che possono aiutarci a rilassarci la sera prima di andare a letto, a dispetto dello stress della vita quotidiana, evitando così di usare sonniferi e tranquillanti, di cui spesso abusiamo, andando a scoprire le erbe che le compongono.

Forse la più conosciuta tra le erbe con azione sedativa è la valeriana, una piccola pianta erbacea dai piccoli fiori rosa, che cresce anche da noi in collina e in montagna. Era già conosciuta ai tempi di Galeno, il famoso medico greco che esercitava nella Roma imperiale e consigliava nel suo ricettario di mangiarne le radici a chi era ferito da lama di spada. Ma le proprietà della radice di valeriana, calmanti e leggermente ipnotiche, antinevralgiche e antispastiche, sono state riconosciute solo nel sedicesimo secolo e da allora questa erba ha detenuto un posto importante sia nella medicina popolare sia in quella ufficiale. E’ utile quindi contro i vari disturbi nervosi, come l’ansia oppure l’ipereccitabilità, e anche come tranquillante naturale per conciliare il sonno e combattere emicrania, sciatica, dolori gastrici e cardiaci di origine nervosa.

Risale, invece, alla tradizione della medicina araba l’uso della melissa, che veniva consigliata per combattere le palpitazioni notturne. Nel secolo scorso veniva prescritta da insigni medici contro i disturbi nervosi in genere, le palpitazioni, le vertigini da surmenage, i mali da viaggio, i ronzii alle orecchie. E’ piena di oli essenziali, tra i quali citrale e citronella, da cui deriva il suo profumo di limone. Ha un’azione calmante ed antispastica, che si esplica grazie a un effetto stimolante sull’organismo. Ha anche proprietà coleretiche, ossia favorisce il flusso biliare ed è un ottimo carminativo, per cui assorbe l’eccesso di gas intestinali, causa frequente di gonfiore e tensione addominale.

Ideale per calmare le turbe nervose della menopausa, determinate da una ipereccitabilità del sistema nervoso simpatico, è la passiflora, una pianta originaria delle regioni calde dell’America. Più conosciuto è il frutto di questa pianta tropicale, il frutto della passione, ricco di vitamina C, ma meno note sono le sue proprietà sedative, che rendono questa pianta preziosa per combattere insonnia, inquietudine, stati ansiosi e fenomeni neurovegetativi. Viene consigliata ai convalescenti, alle persone nervose, a chi attraversa momenti difficili (sia da un punto di vista fisico che psichico), a chi rischia di passare notti insonni e in particolare alle donne durante il climaterio, poichè aiuta a temperare i fenomeni legati alla tempesta ormonale tipica dell’età.

Altri alleati naturali per combattere insonnia e stress quotidiano sono i fiori di tiglio, che hanno una blanda azione sedativa e antispasmodica, e i coni di luppolo. Il luppolo, usato nella fabbricazione della birra per trasformare l’amido di orzo in maltosio e per conferire alla bevanda il caratteristico aroma e il gusto amarognolo, ha un’azione ipnotica e sedativa, nonchè amaro-tonica, per cui aumenta la secrezione gastrica, ma diminuisce gli spasmi gastrici. E’ quindi particolarmente utile per chi soffre di disturbi gastrici di origine nervosa, in quanto calma gli spasmi allo stomaco, pur garantendo una buona funzionalità digestiva.

Per chi volesse cimentarsi e provare l’azione sedativa e rilassante di queste erbe può seguire questa ricetta, consigliata da una esperta fitoterapista;

miscela di erbe sedative:

40 grammi di luppolo, 25 grammi di passiflora, 20 grammi di melissa, 15 grammi di valeriana

La miscela va lasciata in infusione in una tazza di acqua bollente per dieci minuti, poi si filtra e si beve tiepida prima di coricarsi, addolcita da uno o due cucchiai di miele.

In alternativa si può provare un infuso preparato con 70 grammi di tiglio e 30 grammi di valeriana.




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